Il Palio dei Cocchi
Nel periodo granducale, nel quadro dei festeggiamenti Patronali, si correva sulla Piazza di Santa Maria Novella, il Palio dei Cocchi. Si trattava di una gara ippica che veniva effettuata alla vigilia del 24 giugno. Emulando le antiche bighe Romane, si predisponevano quattro tipi di carrozze addobbate suntuosamente, distinte nei quattro colori dei quartieri: Rosso, Azzurro, Verde e Bianco, trainate da coppie di cavalli bardati con finimenti di corrispondente colore. Alle estremità contrapposte della piazza venivano posizionate due grandi piramidi di legno che segnavano il limite del percorso ellittico. Tutte le finestre della piazza erano parate a festa con tessuti, arazzi e stendardi, mentre le tribune, alzate per l’occasione, erano gremite dalla folla fino all’inverosimile. Si assisteva a un grande sventolio di badiere e vessilli mentre l’eco delle grida, che incitavano a gran voce i concorrenti, si propagavano anche nelle zone circostanti. I Granduchi, con le autorità e la corte, prendevano posto su una tribuna decorata con paramenti di velluto rosso, posta al centro di un lato della piazza. Al suono delle trombe un araldo, dopo aver ricevuto l’assenso dal Granduca, dava il via alla corsa.
La corsa si svolgeva ulla distanza di tre giri in una atmosfera “rovente” nella quale i cocchieri, lanciando i cavalli in un galoppo sfrenato, cercavano di superarsi con audaci ed azzardate manovre, incitati dalle urla inneggianti della folla. Al termine della corsa, al vincitore veniva consegnato un drappo di velluto rosso finemente decorato che costituiva il Palio, messo a disposizione dai Capitani di Parte Guelfa.
La tradizionale corsa terminò il suo ciclo nel 1858. Due pregevoli obelischi in marmo di Seravezza, sostnuti da tartarughe in bronzo scolpite dal Giambologna nel 1608, andarono a sostituire le piramidi di legno e sono ancora oggi visibili sulla piazza Santa Maria Novella a ricordo e testimonianza dello storico evento.
per gentile concessione dell’autore Silvano Caciolli